Basilica di San Pietro Apostolo

Fondata in epoca romana su un preesistente edificio non religioso, la basilica di San Piero a Grado prende il nome dall’antico insediamento romano che all’epoca si chiamava Gradus Arnensis, proprio perché il fiume Arno era solito esondare e quindi terrazzare la zona; per tradizione sarebbe l’approdo a cui l’apostolo Simone (chiamato Pietro da Gesù) approda nell’anno 44.

Di una basilica si ha menzione già nell’anno 375: aveva struttura a tre navate e quella centrale ospitava l’abside con l’altare di San Pietro; il piano di tale struttura risiede circa un metro più in basso rispetto a quello attuale ed è ancora visibile nell’interno della basilica.

Una seconda fase vede la ricostruzione (forse a causa di un incendio) nell’VIII-IX secolo mentre la struttura attuale risale alla terza fase, che si estende dal X all’XI secolo. Ulteriori eventi richiesero altri rimaneggiamenti, come nel XII secolo quando la facciata venne distrutta e quindi sostituita con l’attuale grande abside; venne costruito anche un grande campanile romanico che venne distrutto il 22 luglio 1944 dalla Wermacht in ritirata.

Arrivando a San Piero a Grado la basilica si presenta dalla parte dei tre absidi dei quali uno maggiore e due minori; la pianta è rettangolare e tutto il perimetro esterno è percorso da lesene e piccoli archetti pensili.

L’interno, con copertura a capriate, riporta sulle pareti un ciclo di affreschi di Deodato Orlandi composti in occasione del Giubileo del 1300 indetto da papa Bonifacio VIII.

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